Pagina:De Sanctis, Francesco – Saggi critici, Vol. II, 1952 – BEIC 1804122.djvu/250

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costruzioni simboliche, teologiche, scolastiche non troviamo la donna, tanto meno vi troviamo l’amore. Anch’esso è sovente una personificazione, una reminiscenza di Cupido; e quando si sviluppa dal mito, ed opera direttamente come forza naturale, malgrado le lagrime e i sospiri del poeta, ci lascia freddi, perché troppo idealizzato, e piú spesso stima ed ammirazione per le nobili qualitá dell’amata e l’eccellenza della forma, anzi che fiamma e furore, come direbbe Ariosto, forza invitta e cieca a cui tutto soggiaccia.

Entro a queste costruzioni artificiali fondate sul culto della donna, posta in cima di ogni perfezione, e simbolo di tutti gli altri ideali che muovono l’uomo, rimane pur sempre il concetto della donna, non solo come il femminile, la bella faccia che l’uomo dá a tutti i suoi ideali, ma come individuo ella medesima, un essere innamorato e gentile. Quest’individuo, sviluppato da ogni elemento eterogeneo, non piú concetto, o tipo, o personificazione, ma vera e propria persona, in tutta la sua libertá, è Francesca. Beatrice è piú e men che donna, quando dice di sé:


                               E chi mi vede e non se n’innamora
D’amor non averá mai intelletto.
                         


Ciascuno presente in queste forme un senso ulteriore e piú vasto e alto che non è il senso letterale. Beatrice qui è piú che donna, è «angeletta bella e nova», è il divino non ancora umanato, l’ideale non ancora realizzato, la faccia o apparenza di tutto ciò che è bello e vero e buono, che attira a sé tutti quelli che hanno virtú d’intenderlo, che hanno «intelletto d’amore». Ma appunto per questo Beatrice è men che donna, è il puro femminile, è il genere o il tipo, non l’individuo. Perciò voi potete contemplarla, adorarla, intenderla, spiegarvela, ma non l’amate, non la possedete con pura dilettazione estetica, anzi ne state a distanza. Il che spiega perché Beatrice non ha potuto mai divenire popolare, ed è rimasta materia inesausta di dispute e di arzigogoli. Francesca al contrario acquistò un’immensa po-