Pagina:De Sanctis, Francesco – Saggi critici, Vol. II, 1952 – BEIC 1804122.djvu/270

Da Wikisource.
264 saggi critici


— Hai cominciato col dubbio cartesiano. Ora navighi in pieno eccletismo. Ma è una meschinitá, scusa, fare il processo al passato, tagliando o aggiungendo, e dire: — È la veritá, ma non tutta la veritá, — ovvero: — La veritá è un po’ dappertutto, ma esagerata — . Questa specie di juste milieu, se può esser talora cosa comoda nelle faccende pubbliche o private, è nella scienza indizio d’impotenza e di sterilitá, o almeno di stanchezza. Ammettiamolo pure per la nuova generazione, ma come stato transitorio, come ginnastica intellettuale e serio apparecchio a nuova produzione. Voi potrete seder giudici ed arbitri in mezzo a’ due campi opposti quando avrete saputo trovare un punto di vista piú alto, in cui si riconciliino e si amichino le differenze. E per questo non basta tagliare o aggiungere, bisogna produrre.

Zumbini. Questo verrá. Per ora non potete toglierci quel tale sorriso, che significa: — Noi guardiamo le vostre idee con occhio piú imparziale e piú sicuro, appunto perché fuori della lotta — .

— Sorridete pure. Badate però ad essere gente seria, e che non ridiamo di voi. Se volete verificare, dovete bene studiare e comprendere le nostre idee. E se volete mettere a posto la nostra generazione, e assegnare a ciascuno il torto e il diritto, vi è mestieri innanzi tutto di assimilarvela e farla vostro sangue. Il dubbio significa studiare. E l’eccletismo, quel dare a ciascuno il suo e togliere le esagerazioni, tagliar di qua, aggiunger di lá, significa ancora studiare. L’eccletismo in Francia fu un’epoca splendida, perché accompagnato con severi studii critici e storici. Si giudicava Platone, ma si traduceva Platone. E quell’epoca di erudizione preparò una nuova produzione. Promettete voi di fare altrettanto? Allora, siate benedetti! La nuova generazione comincia bene. Per me, son tentato di esclamare, come Ettore: — Possa la nuova generazione salire tant’alto, che cancelli ogni memoria di questa! — . E possa il nuovo Leopardi far dimenticare Vincenzo Monti!

E qui, lasciando stare il dialogo, mando un saluto al mio Bonaventura, e gli dico schiettamente che il suo scritto ha