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il farinata di dante 293

E mentre Dante pronunzia una risposta mezza tra la scusa e l’ossequio, ecco una voce uscire improvviso da un sepolcro, e Dante per naturale istinto accostarsi quasi temendo a Virgilio, e Virgilio gridare:

                               .   .   .   .   .   .   .   .   .   .   .   Volgiti, che fai?
Ecco lá Farinata che s’è dritto:
Dalla cintola in su tutto il vedrai.
                         

L’inattesa comparsa di Farinata sulla scena è apparecchiata in modo, ch’egli è giá grande nella nostra immaginazione e non l’abbiamo ancora né veduto né udito. Farinata è giá grande per l’importanza che gli ha dato il poeta e per l’alto posto che occupa nel suo pensiero. E noi non lo vediamo ancora, e giá ce lo figuriamo colossale dalle parole di Virgilio:

                         

Dalla cintola in su tutto il vedrai.

                         
— Volevi vederlo: eccolo tutto innanzi a te. — «Tutto»! Il Tasso, rappresentando Clorinda posta su di una collina e contemplata dall’amante, dice:
                         

Tutto quant’ella è grande era scoperta.

                         
«Tutto» qui non esprime grandezza e niente aggiunge alle proporzioni naturali di Clorinda. Il suo significato bisogna cercarlo nella fantasia dell’amante, innanzi al quale ella si presenta in «tutta» la sua bellezza, senza che nessuna delle elette forme gli rimanga celata, ed egli vi si affisa, vi s’incanta ed obblia Argante che lo sfida a battaglia. Di altro valore è il «tutto» di Virgilio: altra è la situazione. Il significato di questo «tutto» è nell’opinione che Dante ha preconcetta di Farinata, e vuol dire: — Lo vedrai in tutta la sua grandezza — , tenendo cosí l’ufficio di quel che nelle arti plastiche si chiama rilievo, servendo cioè a trasfigurare il reale e dargli le proporzioni che gli attribuisce la fantasia. Siccome l’immaginazione non può concepire l’astratto e l’intellettuale che dandogli corpo e figura, la grandezza morale m’ingrandisce anche quel corpo, non al-