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glio censorio gli dice delle impertinenze; per poco non lo manda a scuola, o, per dir meglio, ve lo ha bello e mandato.

Se il libro del Lamartine sia bene o mal fatto, ciascuno ha il dritto di dire la sua. Ma farsi beffe del chiarissimo poeta, non degnare pur di discutere le sue opinioni, perseguirlo con l’ironia e col sarcasmo, questo non è né da uomo, né da critico. Oggi che si è perduto il rispetto a molte cose rispettabili, serbiamo almeno inviolata la riverenza a’ grandi ingegni.

Bella critica, dove si rivelano tante meschine passioni! Non so che utile se ne cavi, altro che di farci disprezzare sempre piú uomini e cose. Importa poco il sapere se Lamartine sia o non sia un gran critico. Gustavo Planche gli dice: — Voi credevate che fare una critica fosse cosí facile come fare un’ode; bisogna studiare, mio caro, studiare, come ho fatto io — . Mio caro Gustavo Planche, è possibile che tu abbi studiato molto, e Lamartine poco: fatto sta che, con tutti i tuoi studi, i tuoi articoli, mettiamoci pure i futuri, non valgono, non possono valere una sola di quelle tali odi: ecco la conclusione piú chiara che il buon senso del lettore tirerá da questi assalti personali. Tu morrai, non so se sei giá morto; e se pur desideri di passare ai posteri, raccomandati a Lamartine che ti faccia una risposta.

Si può fare una critica utile intorno a questo libro, o esaminando il contenuto, cioè a dire il valore dei giudizii dati dall’illustre scrittore, ovvero ponendo in discussione il suo criterio critico. Il primo assunto, lascio stare la mia insufficienza in parecchi punti, è oltre i termini di un articolo, richiedendosi un volume a volere tener dietro a tanti giudizi e si varii. Mi restringerò dunque senza piú all’altra parte, che mi sembra ancora piú importante, e che include fino ad un certo punto anche la prima.

Non bisogna chiedere ad uno scrittore piú di quello che ti vuol dare. Qui non trovi una teoria nuova dell’arte. Neppure vecchie teorie che l’autore si studii di ringiovanire o divulgare. Nessun vestigio di un sistema scientifico qualunque.

Il Lamartine ha voluto manifestare a’ lettori le impressioni che su di lui hanno prodotto i lavori letterarii di questo o quel popolo. — Se queste impressioni, ha pensato, posso comuni-