Pagina:De Sanctis, Francesco – Saggi critici, Vol. III, 1974 – BEIC 1804859.djvu/151

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la scienza e la vita i45


trattò gli uomini come pedine, ch’ella potesse disporre secondo il suo giuoco. Concepí la vita come fosse ideale scientifico, e tutto guardando attraverso a quell’ideale, indebolí, volendo perfezionarli, tutti gli organismi sociali, religione, arte, societá, e lo Stato e la famiglia. Quando la vita cosí conculcata reagí, ella in nome della libertá uccise la libertá, in nome della natura snaturò gli uomini; e volendo per forza renderli uguali e fratelli, era la scienza e divenne la forza, era la cima e non si brigò della base, e la base un bel di fe’ una scrollatina e s’inghiotti la cima. Cosi sparve il regno della filosofia; la vita si vendicò e la chiamò per disprezzo ideologia; si credette un po’ meno alle idee e un po’ piú alle cose. Piú viva era stata la fede nella scienza, piú acerbo fu il disinganno. E se ne cavò questa dura veritá: la Scienza non è la Vita.

Innanzi a questi esempii io mi raccolgo e mi domando: — Cosa è la vita di un popolo? — .

Un popolo vive, quando ha intatte tutte le sue forze morali. Queste forze non producono, se non quando trovano al di fuori stimoli alla produzione. Piú gagliardi sono gli stimoli, e maggiore è la loro intensitá e vivacitá. Gli stimoli ti creano il limite, cioè a dire uno scopo, che le toglie dal vago della loro libertá, e le determina, dá loro un indirizzo. In quanto la loro libertá è limitata, queste forze sono produttive. L’uomo forte, quando pure voi gli togliate il limite, se lo crea lui, e se non può legittimo, se lo crea illegittimo: perché la forza ha bisogno del limite, come il mezzo ha bisogno dello scopo. Testimonio è il prete, il quale, negati a lui i figli, si sente con piú tenace affetto legato a’ nipoti. Piú il sentimento del limite è fiacco in un popolo, e piú è debole, piú è vicino alla dissoluzione; e, per contrario, la vita è piú potente lá dove è una coscienza piú sviluppata del limite.

Per uscir dall’astratto, guardiamo cosa era l’uomo, prima che la scienza moderna vi avesse posto la mano.

L’uomo del Medio evo, robustissimo di sentimento e di immaginazione, nella pienezza della sua libertá e nella foga delle sue passioni, trovava ad ogni passo de’ limiti accettati