Pagina:De Sanctis, Francesco – Saggi critici, Vol. III, 1974 – BEIC 1804859.djvu/152

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dalla sua volontá, perché non erano imposti con violenza dal di fuori, ma erano il prodotto della sua coscienza. Que’ limiti perciò non erano ributtati come ostacoli, ma erano rispettati come doveri e come stimoli alla produzione. Aveva la sua casa, dove trovava la donna, materia di venerazione e quasi di culto; il padre della famiglia, armato di dritti formidabili, avvezzo al comando e sicuro dell’ubbidienza: il nome della famiglia, vincolo comune e rispettato, che imponeva a tutti gli stessi odii e gli stessi interessi; tradizioni secolari, di cui era viva la storia ne’ testamenti degli avi, che con previdente affetto abbracciavano i secoli e incatenavano l’avvenire alla perpetuitá del casato. La famiglia era giá per lui come una piccola patria, che gli creava doveri, approvati dal suo cuore, e trasformati in gagliardi stimoli al decoro e alla prosperitá della casa. E aveva la grande patria, vicina e concreta, che incontrava ad ogni passo della vita, immedesimata col suolo, con la casa, con le parentele, co’ suoi interessi, le sue passioni e le sue aspirazioni, comunanza di sentimenti e di credenze e di costumi, che con vocabolo singolarmente espressivo era detto il «Comune». Ivi trovava nuovi vincoli e nuovi stime li all’opera, la sua chiesa e la sua classe, poderosi organismi, de’ quali si sentiva parte, forte della forza comune. Quando si spiegava all’aria il gonfalone, tutti vi si stringevano attorno, deliberati a porre per quello le sostanze e la vita, perché il gonfalone era il simbolo della patria e la patria era la terra de’ padri, era la famiglia, la chiesa, la classe, il Comune. L’uomo viveva come abbarbicato al suo suolo, a’ suoi avi, alla sua casa, alla sua chiesa, alla sua classe, al suo Comune, chiuso in potenti organismi, che gli rammentavano doveri da compiere più che dritti da rivendicare. Si sentiva non un individuo libero e isolato, ma parte di un tutto, vivente della vita di quello, figlio, marito, cittadino, soldato, credente, di questo o quel ceto. E qui era il difetto di quei ferrei organismi; l’individuo non vi aveva fini propri, ma un fine comune, che spesso pesava 9opra di lui come il fato, e uccideva la sua libertá. A poco a poco il limite soperchiò, cessò di essere uno stimolo, e divenne un ostacolo. L’uomo,