Pagina:De Sanctis, Francesco – Saggi critici, Vol. III, 1974 – BEIC 1804859.djvu/226

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una realtá illuminata dalla rimembranza, tutta l’illusione della vita e tutto il disinganno della morte intrecciato, compenetrato, effetti contraddittorii fusi insieme, del presente e del passato in un solo periodo poetico, quel suono lontano di voce, quello scolorare del volto, e quella finestra deserta, e quel mesto raggio delle stelle:

                                                             quella finestra,
Ond’eri usata favellarmi, ed onde
Mesto riluce delle stelle il raggio,
È deserta. Ove sei, che piú non odo
La tua voce sonar, siccome un giorno,
Quando soleva ogni lontano accento
Che, dal tuo labbro, a me venisse, il volto
Scolorarmi? Altri tempi. I giorni tuoi
Fûro, mio dolce amor...
               

Anche qui è accenanto al mistero inchiuso in questo apparire che è uno sparire, e in questo sparire che è uno apparire: «Spegneati il fato»; «passasti; ad altri il passar per la terra oggi è sortito». Ma vi è accennato come a un fatto noto e abituale, di cui è vano mover lamento. Il concetto è tutto profondato e sommerso nella storia individuale e non se ne stacca, come nella Silvia.

Nerina e Silvia sono il tipo piú accentuato delle donne sparenti. La loro vita è un sogno, un fantasma indefinito e muto, fuggente, fluttuante. I nostri antichi rappresentavano la donna anche cosí, considerando la vita come il velo o l’apparenza del divino o dell’angelico, come il raggio tremulo e sparente della vita eterna e fissa. Scorporavano, idealizzavano la vita, cercavano nell’umano il divino. Innanzi a Leopardi non c’è che l’umano e il naturale. La sua donna si compiace delle lodi, ragiona d’amore con le compagne, parla all’amante dalla finestra, si adorna a festa, ha sul seno il fiore, pensiero dell’amante. E non è perciò men bella e men pura e meno ideale. È un ideale umano che nasce dalla morte e dall’amore, i due grandi motivi di ogni poesia. La morte imprime sulla faccia di Silvia quel carattere muto e sparente che rende tutta la sua vita fug-