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la nerina di giacomo leopardi 2i9


m’era bella, quando si adornava e andava alle feste, quando a primavera portava sul seno il fiore, dono dell’amante! Come le piaceva la vita! Com’era contenta a mirare il cielo! —

Questa vita è tutta nel pensiero concitato dell’amante, che illumina il sepolcro, e ti fa colá dentro sentire ogni illusione di una vita gioiosa femminile. Non sai come, ma quella morta lí te la vedi innanzi danzante, col suo abito di festa, ornata di fiori, e par che dica: — Come la vita è bella! come piace di vivere! — . La poesia è piena di luce, colorita, vivace, calda, primaverile. Gli è che il poeta è rifatto giovine e considera la vita come giovine, ed è pieno di emozione, rivedendo la casa paterna. Il core risente i primi palpiti, riama la giá amata. La risurrezione della vita è in lui reale e seco risorge l’amata:

                               Seco ritorna a vivere
La piaggia, il bosco, il monte.
               

E seco ritorna a vivere Nerina. Non maledice più la vita, vendetta dell’impotenza a vivere. La contempla, la vezzeggia, la illumina, la infiora, l’aspira, la gode. Va pur talora a feste, a radunanze; ha i suoi giorni sereni, i suoi «colli odorati», la sua «piaggia fiorita», ha i suoi «teneri sensi», i «tristi e cari moti del core», il suo «vago immaginare», gode e sente di godere. Nerina è il riflesso, il riverbero di questa risurrezione primaverile: lá nel sepolcro.

Dico nel sepolcro, perché questa vita nuova scintilla davvero dalle ceneri del sepolcro. Non è giá una costruzione riscaldata da una immaginazione in delirio, che finga viva quella che è morta. Ella è ben morta, e la sua vita ti apparisce in lontananza, nel passato, come nel fantasma, accompagnata co’ piú dolci lamenti, con le piú tenere espressioni di affetto: «dolcezza mia», «eterno sospiro mio». Ti apparisce, ma portandosi nel fianco come uno strale il suo sparire: «passasti», «sparisti». E non è giá un prima e un poi, una storia ragionata di un apparire destinato a sparire, come è la Silvia. È un simultaneo apparire e sparire, una rimembranza oscurata dalla realtá.