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Pagina:De Sanctis, Francesco – Saggi critici, Vol. III, 1974 – BEIC 1804859.djvu/245

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studio sopra emilio zola 239


vello vuoto. E la pancia ebbe la sua filosofia, ridotta a moneta spicciola, a uso di tutti. Quella gente a viso rubicondo, a sazio ventre, chiamava furfanti quelli che si mescolavano di politica e pescavano nel torbido, annodando intrighi e cospirazioni, e sosteneva che l’onesta gente dee pensare al suo commercio, e provvedere al ventre, e non darsi malinconia, caschi il mondo. Cosa importava a questa gente onesta, a questo ventre, la Francia, e il suo avvenire e la libertá? La memoria fresca di Cajenna fortificava ne’ meno docili questa filosofia pecorina a uso della gente onesta. Sonavano ancora nell’orecchio tra il fischio delle palle quelle parole memorabili: «Que les scélerats tremblent, et que les honnêtes gens se rassurent!».

Questo ha voluto rappresentare Emilio Zola nel suo romanzo: Le ventre de Paris. Passato è il tempo che gli scrittori inneggiavano agli operai, vantando la loro virtú e i loro diritti. Zola descrive questa democrazia corrotta di Parigi senza pietá, senza velo, nella sua cruda e oscena nuditá. E se ti senti male, e se ti vengono i brividi, questo ha voluto lui, persuaso che primo rimedio a’ grandi mali è avere una coscienza di quelli cosí viva e presente, che non ti lasci tranquillo e ti sforzi a meditarvi su.

Un fuggitivo di Cajenna cerca rifugio nella casa del fratello, divenuto un grosso e grasso e onesto pizzicagnolo. La testa forte della casa è la moglie. Lisa, la bella del quartiere, l’oracolo del marito. Florent, il fuggitivo, divenuto ispettore de’ mercati, assiste di per di a quella contaminazione universale, e glie ne viene lo stomaco, e nella sua semplicitá partecipa a intrighi sciocchi contro l’Impero. La cognata, per amore del suo quieto vivere, e grazie alla nuova filosofia dell’onesta gente, lo denunzia in tutta tranquillitá di coscienza alla Polizia, e un bel giorno è arrestato in mezzo agli applausi di tutti gli onesti, e vede il suo compagno di stanza divenuto il suo delatore, e delatori i suoi compagni di congiura, e la sua amante sposa della sua spia. Onde un certo pittore scapato, che ha conservato un po’ di rettitudine tra tutta quella gente onesta, preso da orrore esclama: — «Quels gredins que les honnêtes gens!» — . In queste ultime parole è tutto il sugo del romanzo.