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vani, amori, follie, lacrime, gioie, e poi disinganni, disperazioni. La sua fede nell’ideale fu scossa; il dubbio gli consunse l’anima. A sedici anni andò a Parigi, portandosi appresso l’immagine della nativa Provenza, la patria della sua amata. Vi andò malinconico, incredulo, senza orizzonte, senza avvenire, come era Leopardi nella solitaria Recanati. Ma Zola era sano e forte; la sua malattia era morale, propria de’ grandi predestinati, quando cercano e non trovano ancora sé stessi. A Parigi fu la crisi; gli si apersero nuovi orizzonti, nuovi studii; Parigi gli parve un immenso laboratorio, dove si seppellí e studiò. Vide come un nuovo avvenire, fondato sulla realtá e sulla scienza. Cosa gli parvero allora que’ sogni e quegl’ideali e quegli amori e quegli studii classici e quella vita di collegio? Si formò in lui l’uomo nuovo; e il primo segno fu una ribellione feroce contro sé stesso, l’odio di quello ch’ei fu. Lo scettico ne avrebbe riso: il nuovo credente se ne indegna, odia e maledice. E scrive Mes haines, libro di una fede piena di bile, dove l’odio contro le dottrine scolastiche e la servitú classica è uguale al suo entusiasmo innanzi a quella luce di scienza e di realtá, a quel nuovo sole che gl’irradia l’avvenire europeo. La sua ambizione è di essere il precursore, l’operaio della prima ora. «Les décombres tombant avec fracas, une poussière de plátre emplit l’air.» A noi «l’angoisse amère de l’enfantement», a’ nostri nipoti «les enivrantes salisfactions que donne l’oeuvre édifiée».

Mena la vita tra’ piú corrotti strati di Parigi e il raccoglimento dello studio. Quella vasta corruzione politica e sociale non l’offende, non lo disgusta, anzi lo attira, come materia di studio e di scienza, e ci sta dentro con lo stomaco a tutta prova di uno studente di medicina, che sta fra’ cadaveri come in un giardino balsamico. Osservatore e pensatore a un tempo, quella corruzione è a lui una realtá interessante ch’egli studia nei suoi particolari piú minuti e piú puzzolenti, con la soddisfazione di un pensatore, che ci vede cosí bene applicati principii della scienza.

Ed eccogli innanzi il principio dell’elezione naturale e della lotta per resistenza e dell’adattamento e della ereditá e del-