Pagina:De Sanctis, Francesco – Saggi critici, Vol. III, 1974 – BEIC 1804859.djvu/281

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studio sopra emilio zola 275


belli animali», come li chiama il pittore? Pure, questi due esseri allegri e vuoti sono il mercato nel suo gradino piú basso, nella sua forma puramente animale e istintiva. E ti piacciono, e vorresti scherzare con loro, come fa Claudio, e piú volentieri stai con queste bestioline dimestiche, che con le Normanne e le Lise, dove il fondo animalesco piglia un’aria di malizia e di cattiveria che ti spiace.

Protagonista è Lisa, la bastarda di Rougon, una Macquart, in cui le qualitá ereditarie operano insieme con le qualitá dell’ambiente. Figlia di padre ozioso e cupido, e di madre faticatrice e massaia, Lisa ama l’ordine e il lavoro, intende ad ammassare e far prospera la casa, fa lei l’uomo. Su quella fronte tranquilla non è una ruga; la materia è cresciuta in pieno fiore, e nelle piú belle proporzioni. Fortemente piantata, la grossezza del ventre è in armonia con le braccia virili, e la superba gola e le gote vermiglie. Butta salute, come una vacca grassa e tranquilla. Anima simile a questa bella materia. Ivi poche idee fisse, cristallizzate, divenute norma della vita, applicate con piena sicurezza a tutt’i casi.

Le idee di Lisa sono il mercato elevato all’ultima potenza, il mercato ideale o tipico. Il centro di queste idee è l’egoismo an male, il «bada a te, fa i fatti tuoi e non te ne incaricare». Questo per la brava Lisa non era solo regola di quieto vivere, ma era l’onestá. L’Impero avea detto: «Que les honnêtes gens e rassurent et que les méchants tremblent». E la gente onesta nel gergo napoleonico e nel gergo di Lisa era la gente tranquilla. Da questo concetto scaturiva tutta una filosofia bottegaia a uso del mercato. Farsi i fatti suoi, questo voleva l’Impero e voleva Lisa, una eccellente conservatrice. Quelli che volevano la grandezza e la libertá della Francia, erano i birbanti. Quando potè sospettare che Florent era fra questi, fu un butto momento per la sua digestione. E, preso l’avviso del confessore, non esitò a denunziarlo.

Il filosofo del mercato è Claudio, il pittore, nel cui cervello mezzo educato c’era un di lá del mercato, ch’egli cercava realizzare, vivendo ivi e pigliando appunti e schizzi, e formando