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L’UGOLINO DI DANTE


Scendendo nel pozzo de’ traditori, troviamo un altro mondo poetico dell’inferno dantesco. Dove sono puniti gl’incontinenti e i violenti è il regno de’ grandi caratteri e delle grandi passioni, è la tragedia: lá incontriamo Francesca, Farinata, Cavalcanti, Pier delle Vigne, ser Brunetto Latini, Capaneo. In Malebolge, dove sono puniti i fraudolenti, la passione diventa vizio, e la forza diventa malizia; il male o il peccato non è piú originato da impetuoso movimento dell’animo, ma da consuetudine inveterata, da moto quasi meccanico, poco lontano dal bestiale, sicché non sai se ivi l’uomo sia uomo o bestia: l’eroe di questo mondo comico e plebeo è Vanni Fucci, che dice di sé:

                                                                       Son Vanni Fucci
Bestia, e Pistoja mi fu degna tana.
                         

Qui, nel pozzo de’ traditori, nel fondo dell’inferno, dall’uomo bestia caschiamo fino all’uomo ghiaccio, all’uomo pietra, a un mondo dove il moto va estinguendosi a poco a poco, sin che la vita scompare del tutto. L’inferno a quest’ultimo punto mi rende immagine di un solo individuo malvagio, prima agitato e consumato da passioni, che poi si trasformano in movimenti meccanici, i quali nella vituperosa canizie si trasformano anch’essi in desiderii impotenti. È la storia del male, che prima mette in movimento tutte le passioni, le quali a lungo