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il darwinismo nell’arte 323


Mefistofele e Jago, perché vediamo in questi la forza volente e dirigente che move quelli. (applausi) Cosí quel sentimentalismo nervoso e febbrile si è trasformato in un sentimento pacato. L’arte, concepita a questo modo, fa opera sedativa, ed attenua i fumi del cervello e i patemi del core, le nostre illusioni e le nostre passioni. (benissimo!)

E, perché godiamo più dove la forza è maggiore, l’arte si è avvicinata al popolo, piú presso alla natura, dove le impressioni sono piú gagliarde e l’espressione piú immediata e piú rapida. Rappresentiamo la societá con l’ironia e col sarcasmo, e non gustiamo quella vita che ci viene attraverso alle ipocrisie, alle convenienze, ai pregiudizi, al convenzionale ed all’artificiale. Preferiamo come materia d’arte la vita del popolo nella sua semplicitá ingenua e nell’energia intatta delle sue forze.

Questo non è senza influenza anche nei modi dell’espressione, nella lingua, nella elocuzione, nello stile. Chi ricordi la lingua di venti anni fa e la paragoni con quella che oggi è parlata, troverá ch’ella ha scosso da sé tutto il bagaglio pesante di forme solenni, eleganti, oratorie, accademiche ed ha preso un fare piú spigliato e piú rapido, piú vicino ai dialetti ossia al linguaggio del popolo. (applausi) Perché il popolo è il grande abbreviatore del pensiero umano. Esso afferra le conclusioni e sopprime le premesse; e, poco atto all’astrazione, traduce tutto in immagini, che gli vengono subitanee, da impressioni vere. Il dialetto è destinato a divenire il nuovo semenzaio delle lingue letterarie; vi sará come un ritorno alle fresche sorgenti della vita naturale.

Riassumendo, in questo nuovo ambiente troviamo il senso del reale, della forza e del relativo nella scienza e nella vita, e nell’arte troviamo sviluppato il senso del vivo, l’autonomia della persona poetica, il plasticismo della forma, la pacatezza del sentimento, la popolaritá della materia, la naturalezza dell’espressione.

Mi domanderete: — Cosa è quest’arte? Dov’è quest’arte? — Una lineatura si vede nel romanzo moderno, nella pittura, nella scultura; ma è troppo misera cosa, se guardiamo ai grandi capolavori dell’arte ideale.