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e spettatori sono monaci. E se con questo criterio si debbono classificare i drammi, mente vieta che ci sieno anche i drammi di Corte, quando per avventura attori e spettatori sieno cortigiani.

I due dotti tedeschi nel discorrere di questo dramma si accordano in parecchi punti, ma dissentono nel punto sostanziale, moè nel concetto. Secondo Ebert, il concetto sarebbe questo, che «abito non fa monaco», cioè a dire che non basta esser monaco per salvarsi, ma si richiedono le buone opere. Or questo pare a Klein un concetto proprio de’ tempi della Riforma, conveniente forse a Geronimo Savonarola, ma impossibile in tempi piú schietti e ingenui, quando non si fa distinzioni tanto sottili tra l’apparenza e la sostanza. Oltreché non è nel dramma alcuna allusione, anche minima, a questa differenza. Klein dunque, rigettando l’interpretazione di Ebert come troppo soggettiva, sostiene il dramma esser non altro che l’apoteosi della vita monacale come via a salute.

Ognuno intende quanta importanza abbiano nella storia dell’arte questi concetti, che contengono il problema sostanziale dell’arte al Medio evo. Chi vuol comprendere quell’architettura e quei dipinti e quei bassirilievi e quelle laudi e quei poemi, dee domandarsi in che modo era allora compresa la vita nello scopo e ne’ mezzi, e se quel dramma risponde a questa domanda, sia il suo concetto quello di Ebert, o quello di Klein, esso è un documento importantissimo e degno di attirare l’attenzione e le discussioni dei critici.

Oltreché, questo dramma, se non è il piú antico dei misteri italiani, come pare a’ due critici stranieri, è certo antichissimo. E se ne persuaderá facilmente chi faccia attenzione alla grande semplicitá dell’ordito ed alla forma astratta e quasi ancora allegorica de’ personaggi, privi anche di nomi proprii, come il figlio, il padre, la madre, ecc. Sembra uno di quegli scheletri ovvero ossature di rappresentazioni sviluppate all’improvviso e a piacere degli attori, e ridotte e raffazzonate piú tardi da qualche letterato. Il dramma è stato probabilmente ritoccato e ripulito da qualche frate verso la fine del secolo decimoquarto.

Considerando l’antichitá di questo dramma, e l’importanza