Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
un dramma claustrale | 55 |
V’è buoni assai; pur se ve n’è alcun rio, Si vuol lasciarlo giudicare a Dio. Voi siete troppo aperto nel parlare, Né tutto quel si sia dir si conviene. Piacciavi ornai, addio, non contrastare Né volere sturbar questo mio bene. Attendete piuttosto a confortare Il padre e madre, e piú vi s’appartiene Che dir mal d’altri. Orsú, siate contenti, E ciaschedun ch’io vada or m’acconsenti. |
||
Il Padre |
||
O figliuol mio, benché la tua partenza Mi spiaccia molto e diemi gran dolore. Nondimeno io non vo’ far resistenza A quel che piace a Dio nostro Signore. Però ti benedico e do licenza Che vada e segua il tuo santo fervore, E priego Dio che ti faccia costante E sempre nel ben far perseverante. |
||
La Madre |
||
Omè, figliuol, ch’io non credetti mai Che fussi si crudel che mi lasciassi, Sendo noi vecchi, in tante pene e guai. Né ti patisse il cor ci abbandonassi. Ma poi che gli è cosí e pur ne vai, Ci rimarremo isconsolati e lassi. Sii benedetto! Or va; che Iddio ci dia Grazia che nostra e tua salute sia. |
||
Il Figliuolo |
con riverenza si parta, e muti l’abito romitesco, e dia i suoi panni per Dio a uno povero, e vadane al deserto, ove, trovato un santo padre vecchio, grande amico di Dio, salutandolo gli dica cosí: |
O padre santo, Jesu ti dia pace. Io mi son ora dal secol fuggito |