Pagina:De Sanctis, Francesco – Storia della letteratura italiana, Vol. I, 1912 – BEIC 1806199.djvu/181

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vii - la «commedia» 175


Questo concetto comprende tutto lo scibile e tutta la storia: non solo costruisce e sviluppa il mondo dantesco, ma lo incontrate sempre vivo nel cammino intellettuale e storico della vita, sotto tutte le forme, in tutte le quistioni che si affacciano al poeta, in religione, in filosofia, in politica, in morale; e cosí si concreta e compie in tutti gl’indirizzi della vita. In religione è il cammino dalla lettera allo spirito, dal simbolo all’idea, dal vecchio al nuovo Testamento; nella scienza, dall’ignoranza e dall’errore alla ragione e dalla ragione alla rivelazione; in morale, dal male al bene, dall’odio all’amore, mediante l’espiazione; in politica, dall’anarchia all’unitá. Sottoposto alle condizioni di spazio e di tempo, diventa storia: il tale uomo, il tale popolo, il tale secolo. In religione vi sta innanzi la Chiesa romana, il papato, che il poeta vuole emancipare dalle cure e passioni terrene e ricondurre al suo fine spirituale; in filosofia avete la scienza volgare e la scienza della veritá in paradiso; in morale vi stanno innanzi le passioni, le discordie, le colpe e i vizi della barbara etá, dalle quali vi sentite a poco a poco allontanare nel vostro cammino verso il sommo bene; in politica è l’Italia anarchica e sanguinosa, che il poeta aspira a comporre a pace e concordia nell’unitá dell’impero. Cosi un solo concetto penetra il tutto, come forma, come pensiero e come storia. Mai piú vasta e concorde compreensione non era uscita da mente di uomo. Alcuni ci vedono dentro l’altro mondo, e il resto è una intrusione e quasi una profanazione; Edgardo Quinet rimane «choqué» veggendo come le passioni del poeta lo inseguono fino in paradiso; altri ci veggono un mondo politico, di cui quello sia la rappresentazione sotto figura. Chiamano questo poema o «religioso» o «politico» o «didascalico» o «morale»; lo riducono a querele di cattolici e protestanti, a dispute di guelfi e ghibellini. Guardano non dall’alto del monte, dalla pianura, e prendono per il tutto quello che incontrano nella diritta linea del loro cammino. Ciascuno si fabbrica un piccolo mondo e dice: — Questo è il mondo di Dante. — E il mondo di Dante contiene tutti quei mondi in sé. È il mondo universale del medio evo realizzato dall’arte.