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xi - le «stanze» 377


teologiche e ontologiche. Materia delle sue investigazioni è la morale e la fisica con tutte le sue attinenze, cioè l’uomo e la natura, cosi coni’ è secondo l’esperienza, il nuovo regno della scienza. È un artista, perché non solo studia e comprende, ma contempla, vagheggia, ama l’uomo e la natura. Anima idillica e tranquilla, alieno dalle agitazioni politiche, ritirato nella pace e nell’affetto della famiglia, abitante in ispirito piú in villa che in cittá, non curante di ricchezze e di onori, vuoto di ogni cupidigia e ambizione, si formò una filosofia conforme, di cui è base l’«aurea mediocritas», una moderazione ed eguaglianza d’animo, che ti tenga fuori di ogni turbazione. Il suo amore della natura campestre non ha nulla di sentimentale e d’indefinito, che t’induca a fantasticare; anzi tutto è disegnato paratamente con la sagacia di un osservatore intelligente e con l’impressione fresca di uomo che se ne senta ricreare l’occhio e riposare l’anima. E non è la natura in se stessa che lo alletta, com’è ne’ quadretti di genere del Poliziano, ma è l’uomo nella natura: il paesaggio è un fondo appena abbozzato, sul quale vedi muoversi la vita campestre in quella sua temperanza e tranquillitá, dov’è posto l’ideale della felicitá. Il vero protagonista è perciò l’uomo, com’era concepito allora, sottratto alle tempeste della vita pubblica, che cerca pace e riposo nel seno della famiglia e tra’ campi, tutto alle sue faccende e a’ suoi onesti diletti. Ma è insieme l’uomo colto e civile e umano, che disputa e ragiona nel cerchio degli amici e con la famiglia attorno, porgendo utili ammaestramenti intorno all’arte della vita. La quale arte si può ridurre in questa sentenza: che l’uomo dee tener lontane da sé le passioni e le turbazioni dello spirito e serbar regola e modo in tutte le cose. Questo equilibrio interno, metá epicureo, è quella pace che Dante cercava nell’altro mondo, e che Battista ti offre in questo mondo, il nuovo principio etico generato dagli antichi moralisti e che Lorenzo Valla chiama argutamente la «voluttá». Il concetto ascetico: che l’uomo non può conseguire vera felicitá in terra, è alieno dal Quattrocento, che non nega e non afferma il cielo e si occupa della terra. Battista non ti dá una filosofia con deduzioni