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34 | storia della letteratura italiana |
e il Tasso. Né è meno terribile che soave; e vagliano a prova alcuni tratti:
Andiam tutti a vedere Iesú quando dormia. La terra, l’aria e il cielo fiorir, rider facia: tanta dolcezza e grazia dalla sua faccia uscia. |
La faccia di Gesú bambino, il natale, la Vergine, il volo dell’anima al paradiso, gli angioli, sono visioni piene di grazia e di efficacia. Nascendo Gesú:
e gerarchie superne dal cielo eran discese: lucean come lucerne di foco ardente accese le loro ale distese. |
Gesú ha un corteggio di donne che gli danzano intorno: Verginitá, Umiltá, Caritá, Speranza, Povertá, Astinenza; è qualche cosa di simile alle «tre sorelle» di Dante nella sua celebre canzone. Ecco in che modo Iacopone descrive l’Umiltá:
E questa era gioconda, onesta e mansueta, e con la treccia bionda, e a cantar la piú lieta; d’ogni virtú repleta, a me ’l capo chinava: tanto m’assecurava ch’i’ presi a favellare. |
Quella stessa immaginazione, che dipinge con tanta grazia, rappresenta con evidenza terribile i terrori dell’anima peccatrice nel giudizio universale:
Chi è questo gran Sire, rege di grande altura? Sotterra i’ vorria gire, tal mi mette paura. |