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ii - i toscani | 47 |
Se a lui manca l’evidenza e l’efficacia, virtú della forza, non gli fa difetto la melodia e l’eleganza, con una certa vena di tenerezza. Fu il precursore del grande suo discepolo, Francesco Petrarca.
Ecco un esempio della sua maniera:
Poiché saziar non posso gli occhi miei di guardare a Madonna il suo bel viso, mireròl tanto fiso ch’io diverrò felice lei guardando. A guisa di angel che di sua natura, stando su in altura, divien beato sol vedendo Iddio; cosi, essendo umana criatura, guardando la figura di questa donna che tiene il cor mio, potria beato divenir qui io. |
Raccomando agli studiosi la canzone sugli occhi della sua donna, che ispirò le tre sorelle del Petrarca, il quale ne imitò anche la fine, che è piena di grazia:
Or se prendete a noia lo mio amore, occhi d’amor rubegli, |
E ci ha pure parecchi sonetti, dove Cino in luogo di filosofare e sottilizzare si contenta di rappresentare con semplicitá il suo stato, e sono teneri e affettuosi. Meno apparisce dotto e piú si rivela artista.
La coscienza artistica si mostra in Cino nelle qualitá tecniche ed esteriori della forma. La sua principale industria è di sviluppare gli elementi musicali della lingua e del verso, né fino a quel tempo la lingua sonò si dolce in nessun poeta, rendendo imagine di un bel marmo polito da cui sia rimossa ogni asprezza e ineguaglianza. Ma qualitá piú serie e piú profonde si rivelano