Pagina:De Sanctis, Francesco – Storia della letteratura italiana, Vol. I, 1962 – BEIC 1807078.djvu/248

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del sangue, il movere della passione. E con l’ immagine tutto è detto; e non vi s’ indugia e non la sviluppa, e corre lievemente di cosa in cosa, e sdegna gli accessorii. A conseguire l’effetto, spesso gli basta una sola parola comprensiva, che ti offre un gruppo d’ immagini e di sentimenti; e spesso, mentre la parola dipinge, non fosse altro, con la sua giacitura, l’armonia del verso ne esprime il sentimento. Tutto è succo, tutto è cose: cose intere nella loro vivente unita, non decomposte dalla riflessione e dall’analisi. Per dirla con Dante, il suo mondo è un «volume non squadernato». È un mondo pensoso, ritirato in sé, poco comunicativo, come fronte annuvolata da pensiero in travaglio. In quelle profonditá scavano i secoli, e vi trovano sempre nuove ispirazioni e nuovi pensieri. Lá vive, involto ancora e nodoso e pregno di misteri, quel mondo, che, sottoposto all’analisi, umanizzato e realizzato, si chiama oggi «letteratura moderna».