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xvii - torquato tasso 161


un popolo è sviluppato un serio senso militare. Il popolo italiano era il meno battagliero di Europa, e si pasceva di battaglie immaginarie. Vanamente cerchiamo in questo mondo fantastico un senso storico e reale, ancoraché il poeta vi si adoperi. Mancano i sentimenti piú cari della vita. Non ci è la donna, non la famiglia, non l’amico, non la patria, non il raccoglimento religioso, nessuna immagine di una vita seria e semplice. Gildippe e Odoardo riescono una freddura. La «pietá» di Goffredo e la «saviezza» di Raimondo sono epiteti. L’amicizia di Sveno e Rinaldo è nelle parole. Unica corda è l’amore, e spesso riesce artificiato e rettorico, com’ è ne’ lamenti di Tancredi e di Armida, ed anche in Erminia con quelle sue battaglie tra l’onore e l’amore. Nessuna cosa vale tanto a mostrare il fondo frivolo e scarso della vita italiana quanto questi sforzi impotenti del Tasso a raggiungere una serietá, alla quale pur mirava. Volere o non volere, rimane ariostesco, e di gran lunga inferiore a quell’esempio. Gli manca la naturalezza, la semplicitá, la vena, la facilitá e il brio dell’Ariosto : tutte le grandi qualitá della forza. Quella vita romanzesca, cosi ricca di situazioni e di gradazioni, cosi piena di movimenti e di armonie, con una obbiettivitá e una chiarezza che sforza il tuo buon senso e ti tira seco come sotto l’influsso di una malia, se ne è ita per sempre.

Su quel fondo romanzesco il Tasso edifica un nuovo mondo poetico; e qui è la sua creazione, qui sviluppa le sue grandi qualitá. È un mondo lirico, subbiettivo e musicale, riflesso della sua anima petrarchesca; e, per dirlo in una parola, è un mondo sentimentale.

È un sentimento idillico ed elegiaco, che trova nella natura e nell’uomo le note piú soavi e piú delicate. Giá questo sentimento si era sviluppato al primo apparire del Risorgimento nel Poliziano e nel Pontano; deviato e sperduto fra tanto incalzare di novelle, di commedie e di romanzi. L’idillio era il riposo di una societá stanca, la quale, mancata ogni serietá di vita pubblica e privata, si rifuggiva ne’ campi, come l’uomo stanco cercava pace nei conventi. Sopravvennero le agitazioni


F. de Sanctis, Storia della letteratura italiana - ii.

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