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166 storia della letteratura italiana


imitato qui a rovescio e rettoricamente. Il carattere di questo timido amante, «o mal visto, o mal noto, o mal gradito», presentato a’ lettori in una forma artificiosa e sottile, è l’eco del Tasso, un’anticipazione del Tancredi, la stampa di quel tempo e di quel poeta, un elegiaco spinto sino al gemebondo, un idillico spinto sino al voluttuoso. Il vero eroe del poema è Tancredi, che è il Tasso stesso miniato: personaggio lirico e subbiettivo, dove penetra il soffio di tempi piú moderni, come in Amleto. Tancredi è gentiluomo, cioè cavalleresco nel senso piú delicato e nobile, gagliardo e destro piú che gigantesco di corpo, malinconico, assorto, flebile, amabile, consacrato da un amore infelice. La sua Clorinda è una Camilla battezzata: tradizione virgiliana, che al momento della morte si rivela dantesca e petrarchesca. Carattere muto, diviene intelligibile e umano in morte, come Beatrice e Laura. La sua apparizione a Tancredi ricorda quella di Laura, ed è una delle piú felici imitazioni. La formazione poetica della donna non fa in Clorinda alcun passo: rimane reminiscenza petrarchesca. E se vuoi trovare l’ideale femminile compiutamente realizzato nella vita in quel suo complesso di amabili qualitá, dèi cercarlo non nella donna, ma nell’uomo: nel Petrarca e nel Tasso, caratteri femminili nel senso piú elevato, e in questa simpatica e immortale creatura del Tasso, il Tancredi. Si è detto che l’uomo nella sua decadenza tenda al femminile, diventi nervoso, impressionabile, malinconico. Il simile è de’ popoli. E lo spirito italiano fa la sua ultima apparizione poetica tra’ languori e i lamenti dell’idillio e dell’elegia, divenuto sensitivo e delicato e musicale. Il sentimento è il genio del Tasso, che gli fa rompere la superfície ariostesca e gli fa cavare di la dentro i primi suoni dell’anima. L’uomo non è piú al di fuori: si ripiega, si raccoglie. Lo stesso Argante è colpito da questo sublime raccoglimento innanzi alla caduta di Gerusalemme, come il poeta innanzi alle rovine di Cartagine, o quando nell’immensitá dell’oceano concepisce e comprende Colombo. Qui è l’originalitá e la creazione del gran poeta, che sorprende Solimano nelle sue lacrime e Tancredi nella sua vanagloria. Vita intima, della quale dopo Dante e il Petrarca si era perduta la memoria.