Pagina:De Sanctis, Francesco – Storia della letteratura italiana, Vol. II, 1912 – BEIC 1807957.djvu/176

Da Wikisource.
170 storia della letteratura italiana

lontanissime dal modello. Né tra le creature idilliche del Boccaccio, del Poliziano, del Molza, del Sannazaro c’è nessuna che le si avvicini. In Armida si sviluppa tutto il romanzo di un amore femminile, con le sue voluttá, con i suoi ardori sensuali, con le sue furie e le sue gelosie e i suoi odii. Nessuno aveva ancora còlta la donna con un’analisi cosi fina nell’ardenza e nella fragilitá de’ suoi propositi, nelle sue contraddizioni. La lingua dice: — Odio, — e il cuore risponde: — Amo; — la mano saetta, e il cuore maledice la mano:


                               e, mentre ella saetta, Amor lei piaga.      


Si dirá che tutto questo non è eroico e non tragico; e appunto per questo elle sono creature viventi, figlie non dell’intelletto, ma di tutta l’anima, con l’impronta sulla fisonomia del poeta e del secolo.

Il mondo idillico, figlio della mente d’Armida, è il palazzo e il giardino incantato, cioè la bella natura campestre resa artistica, trasformata dall’arte in istrumento di voluttá, si che pare che «imiti l’imitatrice sua». Nell’Odissea, nelle Georgiche, nelle Stanze, ne’ giardini ariosteschi la bella natura è sostanzialmente campestre o idillica, e il suo ideale umano è la vita pastorale: l’etá dell’oro attinge anche di lá le sue immagini. Il quadro abituale della poesia classica e italiana è il verde de’ campi, i fiori, gli alberi, il riso della primavera, le fresche ombre, gli antri, le onde, gli uccelli, le placide aurette : quadro decorato dall’arte con le sue statue e i suoi intagli. Questa vista della natura si allarga innanzi al secolo di Colombo e di Copernico, e ne senti l’impressione nell’ immensitá dell’oceano, dove il Tasso trova alcune belle ispirazioni. Ma alla fine del viaggio, toccando le isole Fortunate, soggiorno di Armida, ricasca nel solito quadro e vi pone l’ultima mano. Qui vedi raccolto come in un bel mazzetto tutto ciò che di vezzoso e di leggiadro avea trovato l’immaginazione poetica da Omero all’Ariosto; ma è nell’ultima sua forma, raffinata o artificiosa. Come Dante crea una natura oltremondana, il Tasso crea una natura oltrenaturale, una natura incantata, il paradiso della voluttá. Non è la natura