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si volle imporre alla coscienza italiana un’affermazione e alla letteratura un ideale, risorse l’idillio, l’ideale del naturalismo, e fu la sola forza viva fra tanti ideali religiosi, morali, platonici, con visibile contrasto tra i concetti platonici e religiosi e la sensualitá dell’idillio. La letteratura prende un’apparenza religiosa e morale, epica e tragica; e la pompa delle sentenze, il lusso de’ colori, la grandiloquenza rettorica, la finezza de’ concetti rivelano la poca serietá di quelle tendenze. Sotto a quelle apparenze vive ne’ piú seducenti colori un mondo lirico idillico: il naturalismo, condannato nelle parole, è la vera vita organica, che vien fuori in una forma di apparenze meno licenziose, ma piú raffinata e voluttuosa. Il sentimento di questa transizione nelle sue contraddizioni e nella sua sinceritá si riflette nella nobile anima del Tasso, e ne cava suoni malinconici, elegiaci, voluttuosi, musicali, che sono l’ultimo raggio della poesia. Quel mondo idillico, fra tanta pompa di sentenze morali e d’intenzioni platoniche, si afferma nella sua nuditá presso il Guarini, e diviene il motivo della nuova generazione poetica. Il Seicento non è una premessa, è una conseguenza.

La letteratura italiana era allora cosi popolare in Europa, come prima fu la provenzale e poi la francese. In veritá, quanto alla parte tecnica, giungeva allora all’ultima perfezione. I piú mediocri scrivono con piena osservanza delle regole grammaticali, con un nesso logico piú severo e con un fare piú spedito. Si vede una letteratura giá formata, quando le altre erano allora in uno stato di formazione. Critici, retori, grammatici, professori, accademici pullulavano dappertutto, fra una turba di poeti e di prosatori in tutt’ i generi. L’Italia del Seicento non solo non ha coscienza della sua decadenza ma si tiene ed è tenuta principe nella coltura letteraria. Nessuno le contende il primato, e le altre nazioni cercano ne’ suoi novellieri, ne’ suoi epici, ne’ suoi comici le loro invenzioni e le loro forme.

Dicono che nel Seicento si sviluppò una rivoluzione letteraria e che tutti cercavano novitá. Il che prova appunto che la letteratura avea giá presa la sua forma fissa e compiuto il