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196 storia della letteratura italiana


tratti ti fissa nella memoria santo Stefano assai meglio che non fa in sette strofe il Chiabrera, errante tra reminiscenze sacre e profane e affatto incapace di cogliere l’individuo nella sua personalitá. In qualche strofa di fra Iacopone senti la Vergine; ma non la trovi nelle cento strofe che le sono qui consacrate. Il martirio di san Sebastiano è materia pietosissima: in mano al Chiabrera diviene ampollosa e fredda rettorica. Dove non è insipido, riesce pretensioso, come quando, esortando le muse a cantare il santo trafitto, dice:


                               Tendete, arciere d’ammirabil canto,
musici dardi al saettato santo.
     


Se guardi alla materia, ci è qui tutto il mondo eroico, morale e religioso del cristianesimo, ma non ce n’ è lo spirito, né poteva infonderlo co’ suoi decreti il concilio di Trento. La letteratura religiosa è una moda anziché un sentimento; lo spirito vi rimane estraneo, e si conserva classico e letterario quanto alle forme, nell’indifferenza del contenuto. Che cosa move davvero o interessa il Chiabrera? Nulla, perché nella sua coscienza nulla ci è, non fede, non moralitá, non patria, e non amore, e non arte, ancorché di tutto questo tratti. Certo, il Chiabrera è un bravissimo uomo, sinceramente pio e onesto, natura soave e tranquilla. Ma perché un contenuto sia poetico, non basta sia nell’animo come un mondo abituale e tradizionale, a quel modo che era nel Chiabrera: dee essere passione, che stimoli l’immaginazione e svegli la meditazione. Una passione l’ha il Chiabrera, e non è pel contenuto, a lui indifferente, quale esso sia, ma per le forme. Dico «forme» e non «forma», perché a lui manca pure quel senso della bellezza e della forma, che fa grandi i nostri artisti del Cinquecento. Perciò gli fa difetto ogni qualitá di poeta e di artista, la fede nel contenuto e il senso della forma. Ha pure in grado mediocrissimo quel senso musicale, che natura concede cosi facilmente a italiani: sgraziato nell’ intreccio delle rime e nella combinazione de’ suoni, e talora dá in dissonanze e stonature. La sua idea fissa è di trovare, come Colombo, un mondo nuovo, e parve a’ contemporanei