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220 storia della letteratura italiana


quella parte grottesca e assurda che la rende spregevole agli uomini colti, e una educazione virile dell’animo e del corpo. Ma appunto allora l’Italia perdette la sua indipendenza politica e la sua libertá intellettuale; anzi la vittoria della Riforma in molte parti di Europa rese timidi e sospettosi i governanti, e cominciò feroce persecuzione contro gli uomini nuovi, eretici e filosofi, e piú gli eretici, come piú pericolosi. Avemmo il concilio di Trento e l’Inquisizione e, cosa anco peggiore, l’educazione gesuitica, eunuca e ipocrita. I piú arditi esularono; e venne sú la nuova generazione, con apparenze piú corrette e con una dottrina ufficiale che non era lecito mettere in discussione. Salvar le apparenze era il motto, e bastava. E ne usci una societá scredente, sensuale, indifferente, rettorica nelle forme, insipida nel fondo, con letteratura conforme. Religione, patria, virtú, educazione, generositá, sono temi poetici e oratorii frequentissimi, con esagerazioni spinte all’ultimo eroismo, perché in nessuna relazione con la serietá e la pratica della vita.

Ma né l’Inquisizione co’ suoi terrori, né poi i gesuiti co’ loro vezzi poterono arrestare del tutto quel movimento intellettuale, che avea la sua base nel naturale sviluppo della vita italiana. Poterono bene ritardarlo tanto e impedirlo nel suo cammino, che ci volle piú di un secolo perché acquistasse importanza sociale.

La reazione aveva anche i suoi uomini dotti. Ma la differenza era in questo: che ne’ suoi uomini era stagnata ogni attivitá intellettuale ed ogni vigore speculativo, vólto il lavoro della mente agli accidenti e alle forme piú che alla sostanza, com’era pure de’ letterati; dove negli altri hai un serio progresso intellettuale, vivificato dalla fede e stimolato dalla passione. La reazione avea vinto pienamente, avea seco tutte le forze sociali; e l’opposizione, cacciata via dalle accademie e dalle scuole, frenata dall’Inquisizione e dalla censura, toltale ogni libertá e forza di espansione, era una infima minoranza, appena avvertita nel gran movimento sociale. Perciò alla reazione mancò la lotta, dove si affina l’intelletto e si accendono le passioni, e per difetto di alimento rimase stazionaria e arcadica. L’attivitá intellettuale e l’ardore della fede rimase privilegio dell’opposizione,