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xix - la nuova scienza 231


per modo di negazione : non può... esser capito, né in quanto può esser tutto né in quanto è tutto». Ond’ è che il sommo principio è escluso dalla filosofia; e Bruno costruisce il mondo, lasciando da parte la piú alta contemplazione, che ascende sopra la natura, la quale «a chi non crede è impossibile e nulla». Quelli che non hanno il lume soprannaturale «stimano ogni cosa esser corpo, o semplice, come lo etere, o composto, come li astri; e non cercano la divinitá fuor de l’infinito mondo e le infinite cose, ma dentro questo e in quelle». Questa è la sola differenza tra il «fedele teologo» e il «vero filosofo». E Bruno conchiude: — Credo che abbiate compreso quel che voglio dire. — Il medio evo aveva per base il soprannaturale e l’estramondano: Bruno lo ammette come «fedele teologo»; ma, come «vero filosofo», cerca la divinitá non fuori del mondo, ma nel mondo. È in fondo la piú radicale negazione dell’ascetismo e del medio evo.

Lasciando da parte la contemplazione del primo principio, rimangono due sostanze: la forma che fa e la materia di cui si fa, i due principi costitutivi delle cose.

La forma nella sua assolutezza è l’«anima del mondo», la cui «intima, piú reale e propria facoltá e parte potenziale» è l’«intelletto universale». Come il nostro intelletto produce le specie razionali, cosi l’intelletto o l’anima del mondo produce le specie naturali, «empie il tutto, illumina l’universo», come disse il poeta: «... totamque infusa per artus, Mens agitai molem et toto se corpore miscet». Questo intelletto, detto da’ platonici «fabro del mondo» e da Bruno «artefice interno», «infondendo e porgendo qualche cosa del suo alla materia,... produce il tutto». Esso è la forma universale e sostanziale insita nella materia, perché non opera circa la materia e fuor di quella ma figura la materia da dentro, «come da dentro del seme o radice» forma «il stipe, da dentro il stipe caccia i rami, da dentro i rami le formate brance, da dentro queste ispiega le gemme, da dentro forma, figura e intesse, come di nervi, le fronde, gli fiori, gli frutti». La natura opra dal centro, per dir cosi, del suo soggetto o materia. Sicché la forma, se, come causa efficiente, è estrinseca, perché