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254 storia della letteratura italiana


a rischio di perdervisi. Ciò che ispira a Bruno, o all’anonimo autore, questo sublime sonetto:


                                    Poi che spiegate ho l’ali al bel desio,
quanto piú sott’ il piè l’aria mi scorgo,
piú le veloci penne all’aria porgo,
e spregio il mondo e verso il ciel m’invio.
     Né del figliuol di Dedalo il fin rio
fa che giú pieghi, anzi via piú risorgo:
ch’i’ cadrò morto a terra, ben m’accorgo;
ma qual vita pareggia al morir mio?
     La voce del mio cor per l’aria sento:
— Ove mi porti, temerario? China,
ché raro è senza duol tropp’ardimento.
     — Non temer — rispond’ io — l’alta ruina:
fendi sicur le nubi, e muor’ contento,
se il ciel si illustre morte ne destina.
     


Anche Campanella è poeta, e si sente la stessa vocazione. Si chiama «luce tra l’universale ignoranza», «fabbro di un mondo nuovo», «Prometeo che rapisce il fuoco sacro a Giove»:


                                    Con vanni in terra oppressi al ciel men’ volo,
in mesta carne d’animo giocondo;
e’ se talor m’abbassa il grave pondo,
l’ale pur m’alzan sopra il duro suolo.
     


Campanella avea vivo il sentimento di un mondo nuovo che si andava formando, e ci vedea in fondo, ultimo termine, una rediviva etá dell’oro, l’attuazione del divino sulla terra, il regno di Dio, invocato nel «paternostro», quel mondo della pace e della giustizia, appresso al quale sospirava Dante e molti nobili intelletti. Bruno rimane nelle generalitá metafisiche. Campanella abbraccia l’universo nelle sue piú varie apparizioni, e ti delinea tutto quel mondo ideale, di cui spera l’effettuazione.

Nel suo sistema trovi complicati e combinati senza intima fusione tutti gl’ indirizzi percorsi dalla moderna filosofia. Il punto di partenza è la coscienza di sé: «io, che penso, sono», divenuto la base del sistema cartesiano. Questa è la sola cognizione