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272 storia della letteratura italiana


superficie era la stessa, lo spirito era diverso. Perché, dove gli uomini nuovi miravano a tirare l’attenzione dal di fuori al di dentro, dagli accidenti e dagli accessori al sostanziale, dalle forme allo spirito, essi miravano a coltivare la memoria, ad allettare i sensi e l’immaginazione piú che l’intelletto, a trattenere l’attenzione sulla superficie, si che l’intelligenza fra tante cognizioni empiriche rimaneva passiva e vuota: onde usciva una coltura mezzana e superficiale, piú simile ad erudizione che a scienza. Al che si accomodava facilmente la tempra fiacca de’ piú, contenti di quello spolvero che dava loro un’aria di nuovo, l’aria del secolo, e cosi a buon mercato. I gesuiti vennero in moda, sfogandosi i mali umori del secolo sopra gli altri ordini religiosi, come restii ad ogni novitá. Il loro successo fu grande, perché, in luogo di alzare gli uomini alla scienza, abbassarono la scienza agli uomini, lasciando le plebi nell’ ignoranza e le altre classi in quella mezza istruzione che è peggiore dell’ignoranza. Parimenti, non potendo alzare gli uomini alla puritá del Vangelo, abbassarono il Vangelo alla fiacchezza degli uomini, e costruirono una morale a uso del secolo, piena di scappatoie, di casi, di distinzioni : un compromesso tra la coscienza e il vizio, o, come si disse, una «doppia coscienza». E nacque la dottrina del «probabilismo», secondo la quale un «doctor gravis» rende probabile un’opinione, e l’opinione probabile basta alla giustificazione di qualsiasi azione, né può un confessore ricusarsi di assolvere chi abbia operato secondo un’opinione probabile. Un giudice, dice un dottore, può decidere la causa a favore dell’amico, seguendo un’opinione probabile, ancorché contraria alla sua coscienza. Un medico, dice un altro dottore, può con lo stesso criterio dare una medicina, ancorché egli opini che fará danno. Richiedono, sola cautela, che non ci sia scandalo, e non giá perché la cosa sia in sé cattiva, ma per il pregiudizio che ne può venire.

Questa morale rilassata era favorita da un’altra teoria. «directio intentionis». formulata a questo modo : che un’azione cattiva sia lecita quando il fine sia lecito. È la massima che il fine giustifica i mezzi, applicata non solo alle azioni politiche,