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34 storia della letteratura italiana


sue punte e, come cera, riceve tutte le impressioni. L’immaginazione le si accosta sgombra di ogni preconcetto e di ogni intenzione, e vi si cala e vi si obblia, e pare non sia altro che la stessa materia. Il creatore è scomparso nella creatura. L’obbiettivitá, è perfetta. Ma guarda bene, e vedrai sulla faccia di quella creatura la fisonomia poco riverente di colui che l’ha creata, e che in certi momenti pare si burli della tua emozione e ti squadri la mano. Non sai se è di te che si burli o della sua creatura; e, a ogni modo, ci mette una grazia, che gli daresti un bacio. La burla ti coglie improvviso, nella maggiore serietá della rappresentazione. Una barzelletta, un motto ti disfá in un istante le creazioni piú interessanti; e ti avviene cosí spesso, che non ti abbandoni piú e prendi guardia, e ti avvezzi a poco a poco a quell’ambiente equivoco nel quale si aggira quel mondo. Quando l’autore sembra interamente scomparso nella sua creazione, tu non te la lasci fare, e sai che un bel momento metterá fuori il capo e ti fará una smorfia. Di sotto a quella obbiettivitá omerica si sviluppa di un tratto sotto forma d’ironia l’elemento subbiettivo e negativo.

Cosa è dunque questo mondo? È la sintesi del Risorgimento nelle sue varie tendenze. È il medio evo, il mondo chiamato «barbaro», il passato, rifatto dall’immaginazione e disfatto dallo spirito. Ci è li dentro quel sentimento dell’arte, quel culto della forma e della bellezza, quella obbiettivitá di una immaginazione giovane, ricca, analitica, pittoresca, che caratterizza la nuova letteratura, che genera i miracoli della pittura e dell’architettura, e che li giunge alla sua perfezione, congiunta con lo splendore e con l’armonia la massima semplicitá e naturalezza di disegno. E c’è insieme quell’intimo senso dell’uomo e della natura o del reale, che ti atteggia il labbro ad un ghigno involontario, quando ti vedi sfilare innanzi un mondo fuori della natura e fuori dell’uomo, generato dalla tua immaginazione. Tu ammassi le nuvole, tu le configuri, tu formi i magnifici spettacoli; e tu te la ridi, perché sai che quel mondo sei tu che lo componi, e non ci vedi altra serietá se non quella che gli dá la tua immaginazione. Tu sei a un tempo fanciullo e uomo. Come