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xiii - l’«orlando furioso» 35


fanciullo, senti bisogno di esercitare la tua immaginazione, e formi soldati e castelli e ci fantastichi intorno; ma ecco sopraggiungere l’uomo, che td fa un ghigno, e quel ghigno vuol dire: — Sono soldati e castelli di carta. — La cultura è nel suo fiore, l’immaginazione è nel maggior vigore della sua espansione ed opera i piú grandi miracoli dell’arte; ma lo spirito è giá adulto, materialista e realista, incredulo, ironico, e si trastulla a spese della sua immaginazione. Questo momento dello spirito moderno, che ricompone il passato non come realtá ma come arte, e, appunto perché semplice gioco d’immaginazione o arte pura, lo perseguita della sua ironia, è la vita interiore del mondo ariostesco, è il suo organismo estetico. Prendi un quadro di Raffaello ed un sonetto del Berni, ed avrai accentuati gli estremi tra’ quali erra questa unitá superiore, dove sono fusi e contemperati ciò che è troppo ideale nell’uno e ciò che è troppo grossolano nell’altro. La quale fusione è fatta con gradazioni cosi intelligenti e con passaggi cosi naturali, e il lettore fin dal principio vi è cosi ben preparato, che non hai dissonanze o stonature; e niente ti urta, perché il poeta opera senza coscienza o intenzione, e concepisce a quel modo naturalmente, ed è lui medesimo l’unitá che comunica al suo mondo.

Vedi come concepisce. Il protagonista non è il savio Orlando, ma Orlando matto e furioso. Questo tipo della cavalleria, cosi trasformato, è giá una concezione ironica. Ma guarda ora come vien fuori questa concezione. Il momento della pazzia è rappresentato con tale realtá di colorito, che la tua illusione è perfetta. Ci si vede una profonda conoscenza della natura umana nelle sue piú fine gradazioni. È un «crescendo» di particolari e di colori, che ti rendono naturalissimo un fatto cosi straordinario. «Venuto in furore e matto», il poeta te lo abbandona alle risate del pubblico. Ad una scena tenera succede la piú schietta allegrezza comica : la caricatura spinta sino alla buffoneria. Anche il modo come Orlando riacquista il senno ha un profondo senso comico. Secondo le tradizioni del medio evo, l’uomo non può trovare la pace che nell’altro mondo: è la base della Divina commedia. Il poeta materializza questo concetto e lo