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40 storia della letteratura italiana


Questo mondo, dove non è alcuna serietá di vita interiore, non religione, non patria, non famiglia, e non sentimento della natura, e non onore, e non amore; questo mondo della pura arte, scherzo di una immaginazione che ride della sua opera e si trastulla a proprie spese, è in fondo una concezione umoristica profondata e seppellita sotto la serietá di un’alta ispirazione artistica. Il poeta considera il mondo non come un esercizio serio della vita nello scopo e ne’ mezzi, ma come una docile materia abbandonata alle combinazioni e a’ trastulli della sua immaginazione. Ci è in lui la coscienza che il suo lavoro è cosi serio artisticamente, come è serio il lavoro di Omero, di Virgilio o di Dante; e ci è insieme la coscienza che è un lavoro semplicemente artistico, e perciò, dal punto di vista del reale, uno scherzo o, come dicea il cardinale Ippolito, una «corbelleria». E sarebbe stata una corbelleria, se l’autore avesse voluto dargli piú serietá che non portava e fondarvi sopra una vera epopea. Ma la corbelleria diviene una concezione profonda di veritá, perché il poeta è il primo a riderne dietro la tela, ed ha l’aria di beffarsi lui de’ suoi uditori. Questo stare al di sopra del mondo, e tenerne in mano le fila, e fare e disfare a talento, considerandolo non altrimenti che un arsenale d’immaginazione, è ciò che dicesi «capriccio» e «umore». Se non che il poeta è zimbello spesso della sua immaginazione, e si obblia in quel suo mondo, e gli dá l’ultima finitezza. Di che nasce che l’umore piglia la forma contenuta dell’ ironia, e tu ondeggi in una atmosfera equivoca e mobile, dove vizio e virtú, vero e falso confondono i loro confini, e dove tutto è superficie : passioni, caratteri, mezzi e fini; superficie maravigliosa per chiarezza, semplicitá e naturalezza di esposizione, che all’ultimo dispare come un fantasma, cacciato via da una frase ironica : dispare, ma dopo di avere destata la tua ammirazione e suscitate in te molte emozioni. In questo mondo fanciullesco dell’ immaginazione, dove si rivela un cosi alto sentimento dell’arte e insieme la coscienza di un mondo adulto e illuminato, si dissolve il medio evo e si genera il mondo moderno. E perché questo è fatto senza espressa intenzione, anzi con la bonomia e naturalezza di chi sente e