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58 storia della letteratura italiana


ii. — Prosecuzione ideale del machiavellismo: gli scrittori politici e i naturalisti — Francesco Guicciardini — Medesimezza di aspirazioni ideali col Machiavelli — Ma teoreticitá di codeste aspirazioni: accomodantismo pratico: la cura dell’interesse particolare: la «saviezza» — L’«uomo positivo»— Medesimezza della base di osservazione; ma conclusione individualistica ed egoistica — La Storia d’Italia: ricerca dei motivi riposti, spregiudicatezza — La prosa semplice e robusta dei Ricordi e quella della Storia: la preoccupazione letteraria — Limite della Storia del Guicciardini nello scorgere i motivi dell’ individuo e non vedere l’insieme — Orizzonte piú largo nel Machiavelli: intravvedimento delle leggi della societá e del genere umano — Machiavelli e Guicciardini: questi, qualcosa di perfettamente finito e chiuso in sé; l’altro, punto di partenza per l’avvénire.]


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Dicesi che Machiavelli fosse in Roma quando, il i5i5, usci in luce l’Orlando furioso. Lodò il poema, ma non celò il suo dispiacere di essere dimenticato dall’Ariosto nella lunga lista, ch’egli stese nell’ultimo canto, di poeti italiani. Questi due grandi uomini, che dovevano rappresentare il secolo nella sua doppia faccia, ancorché contemporanei e conoscenti, sembrano ignoti l’uno all’altro.

Niccolò Machiavelli, ne’ suoi tratti apparenti, è una fisonomia essenzialmente fiorentina ed ha molta somiglianza con Lorenzo de’ Medici. Era un piacevolone, che si spassava ben volentieri tra le confraternite e le liete brigate, verseggiando e motteggiando, con quello spirito arguto e beffardo che vedi nel Boccaccio e nel Sacchetti e nel Pulci e in Lorenzo e nel Berni. Poco agiato de’ beni della fortuna, nel corso ordinario delle cose sarebbe riuscito un letterato fra’ tanti stipendiati a Roma o a Firenze, e dello stesso stampo. Ma, caduti i Medici, ristaurata la repubblica e nominato segretario, ebbe parte principalissima nelle pubbliche faccende, esercitò molte legazioni in Italia e fuori, acquistando esperienza degli uomini e delle cose, e si affezionò alla repubblica, per la quale non gli parve assai di sostenere la tortura, poi che tornarono i Medici. In quegli uffici e in quelle lotte si raffermò la sua tempra e si formò il suo spirito.