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E venne il ’57, l’anno di Sapri.

Le relazioni, tra quanti si tenevano affratellati in un vincolo comune di aspirazioni e di ideali, si erano andate sempre maggiormente stringendo, e tutte le sparse e più operose frazioni del patriottismo meridionale continuarono ad annodarsi tra loro ed unificarsi nel Comitato Democratico, del quale facevan parte Fanelli e Dragone pel Napoletano, Vincenzo Padula e i fratelli Magnone pel Salernitano, e Giambattista Matera e Giacinto Albini per la Basilicata.

A Napoli, per quanto fossero meglio ravvivate le intelligenze con i capi-popolo, pure, trovandosi la capitale sorvegliata da più numerosa e solerte Polizia, l’organizzazione andava innanzi lenta e stentata. La Basilicata si distingueva invece per disciplinata ed estesa cospirazione; il che confermano le seguenti notizie, tolte da una cronistoria di Sapri pubblicata da Luigi De Monte.

Giambattista Matera informava, con lettera dei 29 Gennaio 1857, il Comitato degli accordi presi con i liberali di Padula, Cilento e Saponara. Accennava alle difficoltà di girare per la provincia, e tanto più di lasciarla sotto la vigilanza governativa, per non aver subito potuto adempiere alle commissioni per Bari e Lecce. Passava di poi a dar ragguaglio della sua provincia di Basilicata, diceva il fatto di Bentivegna avere infiammati gli animi, e che duemila patrioti di quella provincia erano prontissimi a prendere le armi.

Da una lettera di G. Albini, diretta da Potenza al Comitato di Napoli nel 25 di Gennaio 1857, si rileva anche meglio il vasto organamento, che da lui, coadiuvato dal fratello Nicola, dal Matera e dal Giliberti si faceva in Basilicata. Dopo aver dato ragguaglio al Comitato di vari particolari, ei dice gli animi essere impazienti, mancare nulla meno, come nucleo di un drappello agguerrito, di capi militari, di armi e di mezzi. Promette pei primi giorni di Febbraio uno stato generale della provincia, pronti allora denaro, uomini ed armi. Dimanda conto dello stato di altre provincie, che crede deplorabile, affermando che se esse fossero pronte egli consiglierebbe allora a dare il segnale, tanto sperava sui suoi. Avvisa di convocare una Dieta di tutti i Comitati delle diverse sezioni della provincia per concertare quanto occorresse. In ultimo propone un ardito colpo di mano sul capoluogo della provincia.

I vari Comitati mantenevano attivissima corrispondenza