Pagina:Dei Sepolcri (Bettoni 1808).djvu/64

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52 epistola

Fogli segnava il venosin maestro,
Daremlo a colpa? E come poi d’iniquo.
20O di stolto giudicio osiam purgarci,
Allor che tipo di sè stessi, e a nullo
Ligi, vantiamo a ciel Pindaro e Flacco?
Ed in altro mi spiacque: o a cotal voce
Lite intentava per negar, che vera
25Cittadinanza avesse, o a bipartita
Unisillaba coppia il naso avverso
Raggrinzava, e le labbra; e paventava
Ogni bello ardimento. In nebbia forse
Di crasso error ravvolto, io mal discerno;
30Ma gli aurei doni delle sante Muse,
Cred’io, con pietra cimentar si denno,
Altra da quella che scegliea Clitarco.
     Chi teco il dir mi vieta? Anco del mio
Sentir su quelle note averti chieggio
35Consapevole, o Delio. È dolce cosa,
Senza timido vel, sia pur qual vuolsi,
Tra i cari amici profferir sua mente;
E la memoria delle sante Muse,
A chi già tempo vagheggiolle e n’arse,
40E voluttade che le vene inonda.
Tu pur con meco a ragionar di loro
Godi ritrarti, se talor di tregua
Ne son cortesi i supplici libelli,