Pagina:Dei cristalli quarzosi di Selvino.djvu/22

Da Wikisource.

(22)

damentele acque piovane nel gran catino cadute. Si terrebbero alla loro figura quasi veri piccioli crateri d’antichissimi estinti vulcani.

Ed è in vicinanza di alcune di queste concavità, che, se il suolo osservisi spogliato della crosta vegetabile, si veggono ruinose, infrante, confuse ed assai rovesciate le stratificazioni della pietra calcare, che il nucleo della giogaja compone. Ed è quì, dove il sasso ha una finissima grana marmorea, di una frattura neroscura.

Non molto lungi poi dal sito, ove alcune di queste profondità si veggono, al sudest del promontorio in un luogo detto Val dè cornei incominciansi a trovare de’ banchi di una certa terra, volgarmente fra noi chiamata Lavezzera, che colà ed altrove, come la vera identifica Puzzolana, s’adopera nella costruzione delle cisterne e degli acquedotti.

Altri banchi di questa sostanza più copiosi si trovano lungo la discesa della gran pendice meridionale, che porta sul basso