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NELLE MALATTIE 95

debbono mai perdere, è quella che vale per provvederli in tutto, e per rimediare a tutto. La madre timida rovina sè stessa e la sua prole, perchè funesta il suo cuore colle continue paventose immagini, e o nulla fa a vantaggio del figliuolo, o troppo si adopra intorno e l’opprime.


XXIII.


Non si nomina chirurgìa senza che non si pensi ad un’arte, ove non solo il valente Professore, ma il paziente ancora che gli si mette tra le sue mani, si suppongono necessariamente guerniti del più deciso coraggio. Del primo ne siano ognora certi, del secondo alle volte per altro se ne dubita. Il dolore compagno sempre delle operazioni di quest’Arte prestantissima, sbigottisce al solo immaginarselo. Non sempre si può stringere a forza l’ammalato e sottoporlo ai ferri del chirurgo: non v’ha che il coraggio che ve lo determini.