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NELLE MALATTIE 47

pire qualunque legge nostra benchè delle più giuste e ragionevoli) e a non alterarsi ed aggravarsi maggiormente, e in fine si dispongono sempre meglio a ricevere di que’ vantaggi che dal tempo e dalla medicina possono lor derivare. In conseguenza della qual mia opinione sarà ben fatto il non conceder ad essi loro la gravezza o l’incurabilità del male, che pur troppo eglino stessi prevedendola ne dimandano agli assistenti, dalla risposta de’ quali molte volte dipende la loro fiducia e l’attitudine al coraggio ed al sollievo, ovvero il loro disanimarsi e il cader nell’estremo sconforto, che è l’ultimo de’ mali dell’animo, cui succedono ordinariamente mille scompigli e la perdita della vita istessa.

Insomma la speranza se dicesi che sia quella che in qualunque sciagura non ci abbandona mai, tocca a noi Medici il coltivarla e l’aumentarla ne’ nostri infer-