Pagina:Del riordinamento amministrativo del Regno (Carpi).djvu/11

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del popolo con lata autorità, i quali nei popolani commovimenti venivano tal fiata balzati, non solo dai loro seggi, ma persino dalle finestre dei loro palazzi.

Che forse non vediamo anche ora, in onta ai solenni momenti da cui pendono le sorti della Penisola nostra, prodromi di separazioni sorgere dal capriccio e dalle passioni di partiti, per l’ambizione o improntitudine degli uni, per la sorpresa buona fede di molti altri?

Lungi adunque da noi il pensiero di porgere quando che sia alle accese passioni punti di coesione a cui rannodarsi, grandi centri organizzati a cui far capo per sorpresa o per lavoro di partiti.

È bensì vero che l’unità militare e finanziaria sarà sempre potente ausiliare dell’unità politica; ma nelle vicende testè preconizzate tutto resta scosso dalle fondamenta: saranno quindi minori gli attriti, le gare cittadine, gli odii di parte, e le civili discordie, con quante minori probabilità si porgeranno ai partiti dissidenti di serrarsi attorno ai centri a cui converga la vita e l’azione di milioni d’uomini, con una completa organizzazione che a quei centri faccia capo.

Affinchè non paia che io dia importanza più che non si convenga al gravissimo subbietto di cui sopra è parola, ed affinchè possa cogliersi la sintesi delle mie osservazioni trascrivo le attribuzioni che a mente del sig. Ministro dovrebbersi affidare ai Governatori delle Regioni “fanno capo, egli dice, ad esso (al Governatore) politicamente gl’Intendenti delle Provincie. Egli pronuncia in via di appello nelle materie che la legge determina. Nomina i Sindaci o Gonfalonieri sopra una terna proposta dai consigli co-