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colomba 105


lassù, smarrito nella pura solitudine crepuscolare dell’altipiano natio, egli ebbe una straziante nostalgia di quel teatro, di quei lumi, di quel palco, un desiderio angoscioso di ritrovarsi vicino alla fanciulla dalle pure spalle ignude, alla sua Maria inesorabilmente perduta per lui.

Attraversò la spianata immerso in questo sogno angoscioso. Efes Mulas fischiò; i cani abbaiavano rabbiosamente. E nell’apertura della capanna apparve un uomo piccolo e nero, dal profilo e gli occhi d’aquila: lunghi capelli neri gli cadevano sino al collo, incorniciandogli il volto raso.