Pagina:Deledda - Canne al vento, Milano, 1913.djvu/125

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Giacinto lo guardò. La sua spalla tremava, ma gli occhi erano freddi, quasi crudeli. Allora Efix balzò, gli gravò le mani sulle spalle, gli sibilò all’orecchio una parola.

— Ladro!

Giacinto ebbe l’impressione di essere assalito da un avoltoio; aprì le mani e la lettera cadde per terra.