Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 152 — |
liera del sedile, con le mani abbandonate come morte lungo i fianchi. Per la prima volta in vita sua provava un sentimento strano; il bisogno di muoversi, di fare qualche cosa per aiutare la famiglia.
— Ah, — disse donna Ester, alzandosi e incrociandosi lo scialle sul petto, — del resto bisogna esser pazienti e prudenti. Andrò da Kallina e la pregherò di pazientare.
— Tu, sorella mia? Tu in casa dell’usuraia? Tu, donna Ester Pintor?
Noemi la tirava per il lembo dello scialle; ma donna Ester, nonostante predicasse pazienza e prudenza, ebbe uno scatto.
— Donna Ester un corno! Il bisogno, tu lo sai. sorella mia, rende pari tutti.
E andò.
Allora Noemi fu riassalita da un impeto di umiliazione e di sdegno: la figura di Efix le balzò davanti come quella della vittima rassegnata al sacrifizio, ed ella corse nel cortile e uscì sul portone aspettando che passasse qualcuno per pregarlo d’andare a chiamare il servo.
— Lui, lui è la causa di tutto! Lui aveva promesso di sorvegliare Giacinto e di proteggerci contro di lui....
Nessuno passava; tutto era silenzio e anche dentro casa donna Ruth pareva morta. Noemi non dimenticò mai quel momento d’attesa, nell’ultimo crepuscolo che le pareva il