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crepuscolo stesso della sua vita. Ferma sulle pietre rotte della soglia si protendeva in avanti e le sembrava di aspettare un essere misterioso, salvatore e vendicatore assieme.
Un passo risuonò, un po’ lento, un po’ pesante: una forma apparve giù nella strada: saliva, diventava grande, campeggiava gigantesca sullo sfondo incolore dell’orizzonte: era nera ma come un filo di fuoco scintillava sul suo petto, dalla parte del cuore.
Fu davanti a Noemi e accorgendosi dell’ agitazione di lei si fermò, mentr’ella appoggiava forte la mano aperta al muro per non cadere tanto il desiderio e l’orrore di rivolgersi al passante la turbavano.
Ma egli domandò:
— Noemi, che c’è?
Ed ella sentì il suo cuore fondersi, chiamare aiuto.
— Predu, fammi un piacere. Cercami qualcuno che possa andare a chiamar Efix al poderetto.
— Andrò io, Noemi.
— Tu? Tu? Tu.... no....
— Perchè no? — egli stridette. — Hai paura che ti rubi le angurie?
Ella continuava a balbettare, incosciente.
— Tu no.... tu no.... tu no....
Don Predu indovinava il dramma che si svolgeva là dentro.
Non sapeva perchè, da qualche tempo, dalla