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Juanne sospirò.

— Ma è vero che è tanto religiosa?

— Sempre in chiesa! — disse uno dei vecchi, laconicamente, e l’altro, che sembrava più loquace, aggiunse: — si batte il petto, piange, prega. Una sera l’ho veduta inginocchiata sotto l’altare di San Giovanni: gemeva e diceva: che io vi veda, San Giovanni mio, che io vi veda!

— Ci vorrebbe un San Giovanni vivo. Ma se non si lascia avvicinare! — sospirò ancora il giovinotto.

— Non si lascia, — ripetè uno dei vecchi. Ma l’altro aggiunse:

— Il difficile è avvicinarla la prima volta. Se tu riesci ad avvicinarla non perdere il tempo in chiacchiere. Baciala. Dopo....

*

Dopo quel giorno Juanne cominciò a ritornare spesso in paese. Andava a picchiare alla porta del Sotgiu, o aspettava Oja davanti alla chiesa: ma ella passava senza vederlo.

Di notte egli cantava sotto le finestruole di lei, ma la sua voce di tenore, accompagnata dal coro vocale di altri giovani “cantadores„