Pagina:Deledda - Cattive compagnie, Milano, Treves, 1921.djvu/105

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L'apparizione 95


esaltò, s’inginocchiò per terra e pregò a voce alta, battendosi il petto e gemendo. Pareva molto infelice; e Juanne sentiva un desiderio ardente di confortarla.

Un chiarore fantastico illuminava il cortile; le foglioline arse del lentischio volavano intorno al melagrano grigiastro come farfalline d’oro; si sentivano più acute le grida di ebbrezza selvaggia dei giovanotti che, per dimostrare la loro agilità alle fanciulle accorse a guardarli, saltavano attraverso i fuochi crepitanti. Juanne si alzò cautamente, e con un balzo fu accanto ad Oja; e gli parve di saltare anche lui attraverso, un fuoco. Oja guardava con gli occhi spalancati: al chiarore dei fuochi, quel giovane vestito di velluto e di pelli, scalzo, coi capelli lunghi ricadenti intorno al viso pallido poteva sembrare il San Giovanni Battista di cui ella invocava l’apparizione. Ma San Giovanni Battista non avrebbe saltato così.

Allora si mise a gridare. Juanne l'afferrò per le braccia e provò a dirle qualche parola, ma anche lei come il cane non intendeva ragione. Fortunatamente le sue grida si confondevano col baccano generale; e d’un tratto, sebbene Juanne non parlasse più, cessarono. Egli s’era ricordato del consiglio del vecchio.