Pagina:Deledda - Cattive compagnie, Milano, Treves, 1921.djvu/15

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Solitudine! 5


le roccie della landa, non contento di coprire e sorpassare gli scogli lunghi e levigati che all'ultimo barlume della luna parevano grossi pesci neri e rossastri abbandonati sulla rena.

Sebiu, dopo aver fatto un giro intorno alle cataste del carbone, si fermò un momento sotto una specie di tettoia di frasche e di rami che sorgeva dietro la capanna. Gli pareva di sentire un passo d’uomo, rapido e furtivo.

Egli non aveva paura che venissero a rubargli il carbone, merce di poco prezzo allora, ma sotto la tettoia s’ammucchiava una grande quantità di sacchi vuoti, e non era la prima volta che qualche ladro tentava di impadronirsene.

Stette dunque in ascolto, sporgendo la testa fra i rami della tettoia e aguzzando lo sguardo fattosi improvvisamente selvaggio. Dal suo posto vedeva un tratto di spiaggia dove le macchie della landa arrivavano fin quasi agli scogli. Sulle prime non vide altro: ma dopo qualche minuto gli parve di sognare ancora. Vedeva avanzarsi fra gli scogli un frate alto e magro, col capo scoperto, con la tonaca sollevata sulle gambe nude. Pareva che la strana figura uscisse dalle onde. La sua testa, circondata da una folta capigliatura arruffata si disegnava grossa e fantastica sullo sfondo del mare. Sebiu gli