Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
154 | cattive compagnie |
il vecchio vescovo si domandò se non faceva opera meritoria concedendo la nipote in moglie ad un peccatore pentito. “Se rifiuto, pensò il buon vecchio, Elia può ricadere nei suoi eccessi: facendo un buon matrimonio, invece, egli si correggerà davvero.„
E cedette. Elia, del resto, era davvero pronto a cambiar vita e a diventare un buon marito. Il vescovo, tuttavia, non fece la dote a Pasqua: assegnò un tanto al mese alla giovine coppia, e disse francamente allo sposo che se non si comportava bene l'assegno verrebbe sospeso. I due sposi accettarono questa condizione, e partirono in viaggio di nozze.
Dovevano andare a Roma e a Napoli e poiché erano in quei paraggi lo zio li incaricò di fare un’offerta alla Madonna di Pompei.
A Roma i due giovani sposi scesero in un modesto albergo vicino alla stazione. E poiché pioveva dirottamente e la sposa soffriva ancora di mal di mare, si chiusero nella loro camera, decisi a non uscire finché il tempo non si rasserenava.
Ma mentre chiacchieravano, in dialetto sardo, un cameriere bussò discretamente all’uscio.
Elia, alquanto seccato, aprì.
— Scusi, — disse il cameriere — c’è qui all’albergo, un vecchio sardignolo, Egli pre-