Pagina:Deledda - Cattive compagnie, Milano, Treves, 1921.djvu/193

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La medicina 183


Il vecchio non rispose: al ricordo della malata il suo viso si oscurò. Ma dopo un momento egli riprese a ridere ed a scherzare; e diceva di volersi mettere anche lui a chiedere l’elemosina, quando d’un tratto balzò in piedi, sorpreso, senza accorgersi che anche Liedda si turbava.

Un uomo vestito di nero, col viso giallognolo, s’avanzava a cavallo per il sentiero. Sì, era il borghese che ziu Tòmas aveva veduto uscir dalla casa della maga: e adesso il vecchio lo riconosceva, adesso ricordava benissimo di averlo veduto un’altra volta, in una triste circostanza. Liedda non domandò l’elemosina al nuovo arrivato, e questi passò oltre, sul suo cavallo nero, senza guardare il vecchio e la finta mendicante.

Ziu Tòmas tornò a sedersi.

— Mi sembra di conoscer quell’uomo — disse piano, quasi parlando fra sè. — È un medico, sì, un bravo dottore. Una volta egli venne al nostro paese ed io gli feci veder Maria.

— Sì, sì, e mi conosce, — disse l’altra, spaventata. — Dio, Dio, che vergogna! Voglio nascondermi. Dovevano capitare tutte a me quest’oggi.

— Ma se sei venuta per voto! Oh bella, e che, una persona non può fare il voto che le pare e piace?