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Pagina:Deledda - Cattive compagnie, Milano, Treves, 1921.djvu/44

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34 cattive compagnie


— Ieri, a messa, ho veduto che un forestiere, un continentale di passaggio, la guardava come un falco. Anche lei lo guardava. Eh, eh, non si lascia così la moglie sola!

— Ma state zitto, zio Efisè! Queste cose non le dite neanche per ridere.

L’ometto ammiccava, e pareva gli accennasse che sapeva il suo segreto. E Sebiu arrossì, domandandosi suo malgrado che cosa avrebbe fatto se Pottoi lo avesse tradito, come egli aveva tradito lei.

I giorni passarono, lunghi e monotoni, ed egli dapprima smise il progetto di recarsi a lavorare al paese di Marianna, poi accettò di rimanere per altri due anni guardiano a cala Delunas; ma domandò, per il mese d’agosto, due settimane di permesso. Voleva andare a Suelzi. Ai “carriolanti„ che potevano aver relazione con persone del paesetto di Marianna, domandava continuamente notizie di lei. Ma nessuno sapeva dirgli nulla. In giugno scrisse una cartolina al vecchio, lamentandosi di non aver più avuto sue notizie. I suoi ingrati ospiti neppure gli risposero. Di tanto in tanto egli provava qualche vaga inquietudine. E se Marianna fosse rimasta incinta? Il vecchio Sanna era capace ancora di vendicare l’onore della figlia. Nelle notti di luna, mentre vagava attorno