Pagina:Deledda - Cattive compagnie, Milano, Treves, 1921.djvu/87

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Novella romantica 77


Elisabeth era bella quasi quanto un’italiana bella. Niente occhiali. Capelli e occhi neri, viso bruno colorito, bocca grande e rosea: e denti di perla. Ciò che non piaceva a Serafino era l'arricciare delle sue labbra quando ella pronunziava qualche parola italiana difficile.

Ma d’un tratto ella parlò in tedesco.

— Veda — aveva detto in italiano, guardando la riva luminosa dove il mare stendeva dolcemente il suo merletto di spuma azzurrognola — mi pare di leggere quella pagina meravigliosa delle Lettere che non lo raggiunsero, dove l'autrice racconta il suo sogno.

E in tedesco ripetè le frasi della “pagina meravigliosa„.

— Vedevo un mare liscio come uno specchio, sopra il quale il cielo si distendeva a un’altezza infinita. Presso la riva stavano sedute due persone.... sopra tutt’e due stava un infinito incanto di giovinezza, di alba, di cose primordiali....

Serafino non sapeva il tedesco, e non capì la significazione del ricordo di Elisabeth, ma parlando la sua lingua natia le labbra di lei avevano una linea così soave che egli le guardò come un assetato guarda un frutto maturo. Ella rispose subito a quello sguardo: Serafino allora guardò lontano, deciso a non tradirsi